Fatta padrona l’Emilia Romagna con la sua Bologna del celebre ragù, immagini, ricordi e voglie fameliche pervaderanno la tua mente in attesa della prossima esperienza in grado di soddisfarti, perché si sa, come ogni cosa, i ragù alla bolognese non sono tutti uguali, e come tali, la ricetta originale depositata alla Camera di commercio di Bologna alterna tratti insindacabili, da seguire sapientemente e assolutamente, a tratti fatti di scelte, varianti ed elementi che non possono far altro che arricchire lo spettro delle consistenze e delle percezioni sensoriali.
Cos’è, di per sé, il ragù se non un
“degno vestito per una altrettanto tale nuda tagliatella”?
In questi termini, ogni condimento che si voglia, è un abito cucito su linee e forme di pasta desiderate, perché, come ben sappiamo, a ogni formato corrispondono dei condimenti ben precisi.
Ed è così, pur sempre tradizionalisti, che la tagliatella, differentemente dall’egregio protagonista in questione, è adesso avvolta da un’ ”antica ricetta”.
La percezione sensoriale dona all’olfatto profumi di carne fresca, sugo, mortadella, tortellini fatti a mano.
Al gusto e al tatto è carnoso, fibroso, l’aroma di carne fresca è il filo conduttore, così come la cremosità che si avverte alla vista avvolgendo boccone dopo boccone alla forchetta, è confermata in bocca.
Tratti gelatinosi e una tagliatella liscia, arricchiti da percezioni di alloro, spezzatino, coratella, accompagnati da dolcezza, leggere acidità e amarezza e una presente sapidità con una coda di sentori di sedano e carota.
Il movimento della forchetta volta ad avvolgere le tagliatelle su di essa, genera di conseguenza una melodia, d’altronde cos’è un piatto senza i suoni a cui spesso non prestiamo attenzione? Ogni organo di senso contribuisce all’esperienza, e a ogni movimento della forchetta si percepiscono le note della cremosità.
Come da menù da cui l’esperienza è tratta, “Tagliatelle antica ricetta” vede la sostituzione della principale polpa di manzo con: quinto quarto tagliato a coltello, pancetta e fegatini di pollo.
Per il tuo prossimo ragù:
concentrati sui colori, sui suoni al movimento della forchetta, sulle consistenze. Annota almeno tre parole sugli aromi che percepisci, cosa ti ricorda e cosa ti evoca.
Se conosci le “tagliatelle antica ricetta” o hai nel tuo bagaglio varianti di cui non puoi farne a meno, contattaci o faccelo sapere nei commenti!
P.S. si erano take-away.
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