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Esperienze sensoriali dal cannolo al resto del mondo

Luoghi e aromi: il potere del cibo di catapultarti in un’altra dimensione

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Quante volte ci è capitato che un cibo ci abbia indotti a navigare con la nostra mente? In che modo? Quante volte ci ricordiamo ciò che mangiamo?

Il protagonista di oggi è un gelato, anzi due sono i gusti in questione, che presentano caratteristiche particolari pur se apparentemente alla vista molto simili; partiamo con ordine.

Essere nel momento presente mentre mangiamo può rivelarsi un’azione difficile, siamo sempre distratti da suoni, rumori, profumi, immagini e luoghi, oppure semplicemente dalla nostra mente, che, mentre mangiamo, vaga verso altri posti staccati dalla realtà.

Allo stesso modo, i medesimi elementi, influiscono sulla nostra percezione sensoriale, ma questa è una storia “leggermente” più complessa.

Posizionandoci sull’immagine di influenza e distrazione di ciò che ci sta intorno, è così che quel cibo tanto atteso, desiderato dai nostri sensi, passa in secondo luogo, come se ingerire calorie, macro e micronutrienti non fosse poi tanto importante.

Se da un lato ci sono gli ultimi elementi appena citati, dall’altro giungono una miriade di informazioni sensoriali, emozioni, sensazioni e percezioni di cui a volte si sconosce l’esistenza, permettendo di tralasciare alcuni aspetti dei nostri sensi o a passarci sopra come se nulla fosse.

Di seguito dei brevi accenni che ti permetteranno di capire perché un gelato, in questo caso, non è solo freddo o cremoso, tralasciando di lunga i veri tecnicismi, e perché sempre lo stesso gelato non è solo e soltanto sinonimo di felicità. La chiave sta proprio nel comprendere che oltre quelle emozioni positive che ci suscita, c’è un mondo di sfaccettature che spesso si oltrepassa.

Per cominciare teniamo conto dei nostri sensi.

Vista: Sicuramente ti sarai soffermato a guardare le sfumature di un tramonto in riva al mare o il colore delle foglie degli alberi al viraggio dal verde alle sfumature di giallo, arancione, rosso all’avvenire dell’autunno. Quante volte fai caso a un gelato per il suo aspetto o il suo colore? É compatto? Cremoso? Che colore ha? Presenta dei pezzi di frutta? Se si, sono distribuiti in maniera omogenea?

Olfatto: Il profumo del caffè la mattina o dei biscotti appena sfornati, il profumo dei fiori o dell’erba appena tagliata. Sono tutte sensazioni e percezioni che impossibilmente potremmo provare diversamente.

Prova a pensare al tuo profumo preferito: l’olfatto, e tutto il suo sistema articolato, ti ha permesso di percepirlo, e grazie al cervello adesso puoi anche ricordarlo. Ogni volta che attraversa il tuo epitelio olfattivo puoi riconoscerlo. Reso vero che gli odori percepiti cambiano con la temperatura, per esempio, anche il gelato sprigiona dei profumi, e scommetto che raramente o mai ti sia concentrato nel percepirli.

Udito: Ci sono suoni sussurrati e altri a volume maggiore, ci sono quelli di sottofondo o di accompagnamento e quelli propri che emana il prodotto. Difficilmente possiamo omettere questi ultimi: hai mai provato a concentrarti sui suoni del cibo? E del gelato (se senti qualcosa)?

Tatto/gusto: le mani sono il primo elemento che ci viene in mente, eppure non si tratta solo di ciò che tocchiamo con le nostre dita, una superficie di pietra scabra, per esempio, ma anche del marmo liscio e freddo. La percezione tattile e il sistema somestesico ci aiutano a comprendere molto di più. Provando a farci caso in maniera più frequente, anche la nostra bocca ne ha una, e quindi, quando addentiamo o lecchiamo qualcosa, ciò che sentiamo non è solo opera del gusto. Senti che freddo, o senti che caldo, senti che tiepido. Sono tutte frasi che possiamo dire con l’uso delle mani, ma anche della nostra pelle e della nostra bocca. Non a caso le labbra rappresentano una delle parti più sensibili del nostro corpo alla temperatura.

Dall’esterno (labbra) all’interno (cavità orale), percepiamo, in questo caso, non solo la differenza termica tra la nostra bocca e il prodotto, ma entrano in gioco la consistenza, la percezione dei cristalli e quella delle inclusioni, se ci sono, come granelle di frutta secca, biscotti.

Gusto/tatto: La bocca, con tutte le sue funzioni, pensa un po’, ci permette di percepire i sapori fondamentali, quali, in questo caso, dolce, acido, amaro, untuoso, salato, ma pure umami e per alcuni anche speziato. Puoi cominciare ad andare oltre il “che buono”, ma questo è soltanto l’inizio.

Retrolfatto: lo spettro degli aromi percepibili e/o che vengono percepiti, sia per la natura degli ingredienti, sia quelli che vengono sprigionati: per presenza di determinate molecole, per genetica, per accostamenti dei prodotti utilizzati e altre variabili. Cambia da prodotto a prodotto, da situazione a situazione, a volte da persona a persona, e nelle combinazioni vincenti, un piacevole viaggio può avere inizio per i nostri sensi.

Luoghi e aromi

Un gelato chiaro (vedi foto in basso), anzi due in questo caso, sono la tela perfetta per dipingere e sprigionare profumi e sapori che alla vista difficilmente vengono fuori. Apparentemente simili, ma diversi e complementari. Quasi dello stesso colore, sono lì per scatenare la tua immaginazione e poterti soffermare e domandarti sugli aromi che può contenere, sull’esperienza che stai per fare, così che un tranquillo pomeriggio in centro città può permetterti di viaggiare, proprio come un libro che narra le proprie avventure.

Il gelato in alto ha spigionato aromi di legno, balsamico, muschio, foglie secche, floreale e vegetale, rivelandosi leggermente freddo.

I sapori del gelato in basso lo identificavano come dolce, umami e leggermente grasso. Aveva sentori di anice, fungo intenso, caffè, pino, sesamo. Ricordava (alla mia mente) un biscotto al burro e al sale, del legno umido e intenso.

Un bouquet aromatico capace di catapultarti con olfatto, gusto e retrolfatto, in una passeggiata nel bosco, su una strada ciottolata, passo dopo passo, mentre si avverte il fruscio delle foglie. Colori autunnali, leggera brezza e percezioni di vegetale umido e intenso.
Un’esperienza da provare almeno una volta nella vita.

Che gusti pensi che abbiano i gelati appena descritti?

Le percezioni da persona a persona possono essere similari, ma non del tutto identiche, dalle quali possono scaturire immagini totalmente differenti. Il fascino sta nel potersi concentrare sul momento presente e allo stesso tempo vagare per luoghi e situazioni vissute o immaginarie.

I gusti erano rispettivamente abete bianco e shiitake donko & olio di sesamo.

Ora tocca a te con il tuo prossimo piatto: prova a concentrarti sul momento presente. Quali dettagli noti alla vista? Che profumi emana? All’olfatto e al gusto ti evoca un’immagine in particolare? Gioca con i tuoi sensi!

Facci sapere nei commenti cosa hai assaggiato e cosa hai provato e/o immaginato!

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