Come cucinavano e mangiavano al Palacio Real di Madrid? Una cucina immensa e super attrezzata, la cui costruzione ha influenze italiane.
La capitale spagnola è sempre in fermento: eventi, persone, cibo e cultura. Una delle attrazioni che non puoi perderti, se ti piace il mondo del food, è il palazzo reale, la cui costruzione iniziò nel 1738. In particolare, oltre a poter visitare quest’edificio, un’entrata extra ti porta nel seminterrato, nei luoghi dell’immensa cucina, con reparti e stanze spaziose, ognuna destinata a compiti e preparazioni ben precise, la cui progettazione iniziò nel 1737 con l’architetto G.B. Sacchetti.
Già all’ingresso si nota che nel tempo si sono accumulati utensili di ogni tipo tra i quali non mancava nulla, almeno per i reali, per mettere su manicaretti e pietanze regali.
Furono d’ispirazione le grandi cucine francesi dell’ ’800, così come i servizi di pentole e padelle in rame che vennero realizzati a Parigi.
La Porteria de la Cocina è l’ingresso attuale dai tempi di Isabella II. I cibi venivano portati dai sotterranei della cucina alla Sala da pranzo quotidiana tramite un ascensore, prima a pressione idrica poi elettrico dal 1911.
È esposto un armadietto con riscaldamento per tenere in caldo il cibo per il servizio.
Per la divisione degli spazi ci furono diversi cambiamenti durante i vari regni, dal 1760 al 1931, ma oggi si presenta in quest’ordine dopo le modifiche con Isabella II: pasticceria, cucina e cantina.
La prima stanza è la Sala del Ramillete o della pasticceria, dove si preparavano dolci, cioccolatini, uova di Pasqua, gelato, biscotti, composte e bevande calde e fredde.
In essa infatti è possibile notare la molteplicità degli stampi come per cioccolatini, pan di spagna, savarin, budini ecc.
Si notano un forno e una stufa per le pietanze a bagnomaria, una fontana del XVIII secolo e anche un macinacaffè.
Accanto alla pasticceria vi è una stanza con una credenza con servizi di piatti personalizzati, nella quale venivano messe le conserve e sono locati gli utensili per la preparazione del gelato e la finitura delle opere di pasticceria.
Proseguendo c’è un’altra piccola stanza d’ingresso che nel ‘700 iniziò a far parte della Galleria delle Persiane che tramite un corridoio portava a questo punto dove è possibile notare le due scritte sugli architravi delle porte: “Ramillete del Rey” e “Cozina de Estado”.
La differenza è che in origine la prima serviva il re e i reali, la seconda preparava il cibo per il personale che ne aveva diritto.
Sotto Isabella II il Ramillete divenne solo Pasticceria, dal 1840.
Il lato della “Cozina de Estado” porta nella stanza dove per esempio venivano lavate le verdure e la frutta nel légumier o lavello piastrellato o tagliata la carne, dove c’erano altri utensili diversi o ancora l’ufficio del capocuoco dopo l’abolizione di uno dei camini che sorgeva proprio in quel punto.
Questa figura fino al XVIII secolo era rappresentata da un francese, oppure successivamente se spagnolo doveva avere una formazione francese.
Una delle cose più vistose è uno dei primi frigoriferi o i mortai di diverse misure.
Questa stanza è in realtà l’ante-cucina o dispensa, ovvero sala di preparazione.
Nella cucina vera e propria, ovvero la sala più grande, denominata Sala della Stufa erano previsti invece dei bruciatori in muratura lungo le pareti, ma con l’evolversi delle tecniche di cottura furono istallate direttamente delle cucine economiche in ghisa.
Queste, alimentate a legna e carbone, generavano dei fumi che, tramite dei condotti sotto il pavimento, mantenevano in caldo i piatti in un armadio di ferro collegato.
Si vedono dunque fornelli, piastre, un grande forno, e ancora molteplici utensili di ogni tipo.
La stanza è separata in due ambienti da un grande pilastro.
Nel 1878, per le nozze di Alfonso XII e Mercedes d’Orleans, furono acquistati un girarrosto in ghisa, con un grande affumicatoio e un armadio scaldavivande.
È possibile anche vedere turbotières e poissonnières per la cottura di rombi e pesci.
Infine, il Cuartón, oggi adattato come Cava o Botillería, era il principale spazio per gli accessori da forno.
Dall’ultimo quarto dell’XIX secolo sarà adibito per la conservazione delle bevande.
In tale spazio è possibile ammirare non solo bottiglie ma anche dei vecchi menù reali, di cene di gala, con tanto di piatti e abbinamento vini, alcuni scritti a mano.
Con l’evolversi dei gusti culinari, infatti, si è evoluto l’abbinamento cibo-bevanda alle tavole reali, e così dai servizi settecenteschi alla francese, in cui si esibiva una sagra di pietanze, si è passati ai banchetti alla russa fin dal Congresso di Vienna con un menù chiuso, che è ciò che sopravvive fino ad oggi.
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